Stradaalternativa

lunedì 30 novembre 2015

Impegno definitivo

Fino a quando non ci si impegna prevalgono l’esitazione e la possibilità di tirarsi indietro, e c’è sempre inefficacia. Per ogni atto d’intraprendenza (e di creazione) vale una verità elementare, e ignorarla affossa un gran numero di idee e di progetti splendidi: il fatto che nel momento in cui ci si impegna in modo definitivo, si mette in moto anche la Provvidenza. Vengono in aiuto ogni sorta di cose, che altrimenti non sarebbero mai accadute. Un intero flusso di eventi sgorga dalla decisione presa sollevando ogni genere di imprevisti favorevoli, incontri e assistenza materiale che nessuno avrebbe mai potuto immaginare che avrebbero incrociato il suo cammino. Ho imparato a considerare con profondo rispetto un distico di Goethe: “Qualunque cosa tu possa fare, o sognare di poter fare, cominciala. / Il coraggio ha in sé genio, potere e magia”
. - W.H. MURRAY The Scottish Himalaya Expedition, 1951

Amare se stessi

 Clip dal film Angel-A di Luc Besson

(Commento che accompagna la clip. N.d.t) "Per tutti gli uomini lì fuori che fanno fatica a conoscere il loro valore, questo è per VOI! Per tutte le donne che li amano... Aiutateli a vedere

Estratto dal film Angel-A di Luc Besson con Rie Rasmussen and Jamel Debbouze."

(Dialogo tra i due personaggi presenti nella clip, tradotto in italiano dall'inglese. Il dialogo originale è in francese. N.d.t)

Angela:- Guarda nello specchio. Cosa vedi? Cosa vedi?
Andrè:- Una bellissima ragazza.
Angela:- Grazie. Vicino a lei, cosa vedi?
Andrè:- Non lo so.
Angela:- Bene. Stai facendo progressi
Andrè:- Tu credi?
Angela:- Prima, tutto ciò che vedevi era merda. Almeno ora, non vedi niente. Ora dobbiamo mettere qualcosa in questo guscio vuoto. Non puoi lasciarlo così. Guarda attentamente. Di fronte a te. Niente che ti interessi? In questo bellissimo viso?
Andrè:- Non molto
Angela:- Guarda attentamente. Guarda nei tuoi occhi. Cosa vedi?
Andrè:- Gentilezza.
Angela:- Sì, ce n'è. Molta. Che altro?
Andrè:- Non sono male.
Angela:- Bellezza. Esatto. Sono bellissimi. Poi che altro?
Andrè:- Forse... Dolcezza.
Angela:- Sì, molta. E l'amore?
Andrè:- Sì. Sì, molto amore. Troppo, forse.
Angela:- Se ce n'è troppo, lascialo uscire. Dimmi che mi ami. Non mi ami?
Andrè:- Sì, molto. Sento un certo tipo di amicizia che potrebbe essere...
Angela:- Mi ami o no?
Andrè:- Dal primo giorno. Dal primo secondo.
Angela:- Dillo.
Andrè:- E' difficile da dire.
Angela:- Sai perchè? Perchè mai nessuno te l'ha detto. E' difficile amare te stesso quando non puoi vedere il tuo riflesso.
Andrè:- Sì.
Angela:- Ti amo Andrè. Ecco. La tua ragione per amare. E' il tuo turno ora. Vai avanti.
Andrè:- Ti amo, Angela. Qualsiasi sia il tuo nome.
Angela:- Hai ragione. Dillo di nuovo senza il mio nome.
Andrè:- Ti amo.
Angela:- Bene. Adesso, guardati attentamente. E dillo.
Andrè:- Non posso.
Angela:- Certo che puoi. Guarda il tuo corpo, a cui manca essere amato, sentire fiducia. Non credi che meriti un po' di cura? Non rifiutare questo corpo ferito che si è fatto carico di te così a lungo senza lamentarsi. Digli quanto è importante. Che ha il suo posto. Dagli ciò che merita.
Andrè:- Ti amo, Andrè. Ti amo.
Angela:- Sono fiera di te, Andrè. Mangiamo? Ho fame.
Andrè:- Pensi solo al cibo. Hai avuto un disordine alimentare?
Angela:- Non confondere i ruoli.
Andrè:- Hai ragione.

domenica 29 novembre 2015

La libreria dell'umanità

A Napoli giornata uggiosa oggi. Nonostante tutto, alcuni angoli di questa città mantengono sempre un loro fascino.
Ad ogni mia trasferta universitaria, approfitto per fermarmi alla libreria Descartes su via Mezzocannone. E' una libreria piccolina, non come quelle moderne, piene di luci e colori, gigantesche ma un po' impersonali. Piccolina ma "familiare": riesci a cogliere tutti i libri con un solo colpo d'occhio così da lasciare alla parte di noi più misteriosa la possibilità di farsi ammaliare da qualche copertina strana. La libreria ha una lavagnetta con gesso dove mette il titolo del giorno o della settimana, non lo so bene. Ci sono anche molti libri antichi. Ce n'era uno francese, copertina rossa, mi pare fosse una raccolta di racconti e recite. "Mi pare" perché il mio francese è un po' arrugginito. Comunque, il libro risaliva al 1820 circa a detta del proprietario. Il costo, era di 20 euro. Non me lo sarei mai aspettato, pensavo di più, ed onestamente l'idea di avere un libro con copertina rigida risalente ai primi dell'800 mi piace molto. Questa libreria, pur raccolta ed estendendosi verso l'alto, ha il vanto di avere degli angoli dove respirare della storia e delle storie, perché i libri usati hanno sempre due storie e forse anche più di una: quella contenuta nel libro e quella dei suoi proprietari, questo volendo ammettere che siamo noi a possedere un libro... Quando forse è lui a possedere noi. Erano presenti molti altri libri "anziani", alcuni esposti, altri in catalogo di antiquariato. Parlando con il proprietario, un uomo di mezza età credo, mi diceva che loro sono gli unici su via Mezzocannone a trattare quel genere di libri. Nel mio materialismo giovanile gli ho detto che forse era un bene e lui mi ha risposto di no. Sono rimasto stupito, così ho chiesto maggiori delucidazioni e lui mi ha placidamente detto che prima erano una decina di librerie su quella strada ed ora molte hanno chiuso e che questo era un segno dei tempi che viviamo. Ho rincarato la dose dicendo che così però gli affari dovrebbero andare meglio vista la minor concorrenza, ma l'uomo mi ha risposto che invece no, non era così, che avere più librerie vicino sarebbe stato meglio e mi ha illustrato la cosa con un breve esempio: mi ha detto che in una certa zona aveva una libreria e vicino ce n'era un'altra e si era creato un bel giro di persone, perché se andavano dall'uno per una cosa e non la trovavano poi andavano dall'altro, l'uno trattava una cosa e l'altro ne trattava un'altra. Questa cosa mi ha lasciato con uno strano senso di speranza, ma anche un po' di amarezza. In un mondo in cui la competizione sembra farla da padrone e la concorrenza è sempre spietata, dove l'uno cerca di prevalere sempre sull'altro, mi sono sentito dire invece che avere dei vicini che trattano gli stessi "prodotti" sarebbe stato meglio anche per gli affari. Forse è per la natura del "prodotto", cioè la cultura.
La cultura, insieme all'amore, è una di quelle cose che acquisite e poi date non si sperperano ma si moltiplicano esponenzialmente. La cultura chiama sempre altra cultura, fa sorgere domande, si lascia approfondire.
Alla fine è entrata un'altra cliente ed io ho salutato il gentile signore che mi aveva illustrato la situazione ed impartito una lezione di umanità al volo e senza preavviso.

Citazioni amorevoli

"Tutti coloro che ami sono altro da te. Conoscerai solo una piccola parte dei loro pensieri, e loro non conosceranno i tuoi. Avranno gioie e pene in cui tu non sei compreso, e giorni e notti in cui non sarai presente nelle loro emozioni. La loro storia è piena di ore che ti resteranno nascoste. È meraviglioso averli vicino, ma la loro vita non ti appartiene. Ascolta la pena che provi quando vi allontanate per un attimo,o per lungo tempo. Capirai quanto sarà triste perderli per sempre, o quando loro ti perderanno. Per ciò che manca al vostro amore, amali di più."

(Sharazade) di Stefano Benni

giovedì 12 febbraio 2015

Vecchi amici

Ritrovarsi con dei vecchi amici, ha un che di affascinante. Ci ricordano chi eravamo e da dove veniamo per essere ciò che siamo ora. La condivisione di ricordi e di momenti passati assieme, soprattutto in fasi importanti della propria vita espandono il nostro universo e ampliano la conoscenza che abbiamo di noi stessi, ci ricordano cose che avevamo seppellito sotto la coltre di nuove esperienze che sono venute dopo. Inoltre ci fa sentire meno soli, perchè se dopo tanti anni loro sono ancora qui, allora non siamo poi così male.

martedì 10 febbraio 2015

Tramonti

Sto facendo la collezione di tramonti. Molto spesso negli anni li ho fotografati, ed ogni volta cerco di prendere, con la fotocamera, la sensazione che mi dona, ma non ci riesco mai e credo che nessuno possa mai riuscirci. Il copyright è della natura e in questo caso non possiamo appropriarcene indebitamente nemmeno volendo. Come dicevo ho fotografato spesso tramonti, ed ogni volta, ho visto una combinazione diversa di elementi. E' incredibile!

Scelte energetiche

A volte è difficile scegliere. Ogni giorno ci si pone davanti una qualche scelta.
Una cosa utile da sapere è che nessuna scelta deve escluderne un'altra. Mi spiego meglio: possiamo darci delle priorità, per cui alcune cose sono fondamentali mentre altre lo sono meno, ad alcune possiamo concedere più tempo o tutto il tempo che riteniamo utile, mentre per altre possiamo fare lo stretto necessario se proprio non ce la facciamo a far di più. Si tratta quindi di distribuire le proprie energie in maniera saggia. Ovviamente nessuno di noi ha la misura esatta di quanta energia abbiamo in un dato momento, quindi, per ovviare a questo inconveniente, è importante permetterci di usare tutta l'energia che riteniamo necessaria, e anche di più, per le cose fondamentali e quella che rimane, se rimane, per ciò che riteniamo meno importante ma comunque valevole di attenzione.
Ovviamente non si può fare tutto, a qualcosa, ogni tanto, si deve rinunciare, ma non per sempre.

domenica 8 febbraio 2015

Giornate no

Le giornate no capitano a tutti. Ogni tanto riesco a non esplodere e a non mandare tutto al diavolo.
Anche perchè quando esplodo inevitabilmente le cose vanno peggio! Quando sento l'onda di rabbia che mi sale, mi fermo un secondo e cerco di farla decrescere. Non so bene come ci riesco ma pare che il segreto sia l'attesa; forse i famosi 10 secondi della "leggenda"? Fatto sta che così evito rabbie di proporzioni bibliche e tutti vivono più contenti, compreso me.
Quando esplodo invece, dopo non mi sento meglio, ma peggio, e svuotato, quindi, razionalmente, non conviene arrabbiarsi tanto, non sembra portare nulla di buono. Ma siamo tutti umani, quindi se qualche volta capita, pazienza.
Inoltre, volendo essere più "mistici" la rabbia è uno spreco di energia, quando esplode in quel modo, infatti, ricordo, che in un testo di arti marziali cinesi, si parlava di una posizione della mano che attivava un meridiano legato ad un organo che era relazionato proprio alla rabbia, la posizione si accompagnava ad una contrazione di buona parte del corpo durante un movimento di spinta di entrambe le mani e con il controllo della respirazione addominale. In pratica si "usa" l'energia della rabbia, la si controlla e tale controllo è anche utile alla salute (mi piace anche dire che è come se la rabbia venisse "raffinata" in un'energia più utile). A parte questa digressione misticheggiante, che ho fatto a braccio, e quindi se ho fatto qualche errore non me ne voglia nessuno, è importante notare come culturalmente si dia rilevanza alla rabbia e alle sue conseguenze; sulla stessa scia, tornando all'occidente e alla nostra Italia, come non ricordare la frase "farsi cattivo sangue" che addebita quindi alla rabbia e a sentimenti connessi proprietà dannose. Voglio anche ricordare che in un saggio di Daniel Goleman "Intelligenza emotiva", l'autore scrive che la rabbia si autoalimenta; un processo a feedback positivo, direbbe un biolgo, e cioè arrabbiarsi può portare ad arrabbiarsi di più. Dunque, limitare la rabbia, forse è davvero una buona cosa!

sabato 7 febbraio 2015

La neve

Per dove abito io, la neve è sempre una novità. Annualmente una spolverata capita, di quella che non si scioglie; sicuramente più in alto ne cade di più. Nonostante tutto è sempre una novità ed è in grado di suscitare sentimenti di eccitazione nonostante il grigiore della giornata.
Dopo aver pulito la cavalla, ho preso il mio furgone e sono salito nel punto più alto possibile, dove la strada finisce, per cercare un po' di neve. C'è anche un po' di incoscienza in questo, ma ogni tanto ci vuole. Sono arrivato al punto prestabilito ed ha cominciato a nevicare, niente di grande o di lunga durata, ma tanti bei fiocchi doppi. E' stato bello, e fa sempre piacere. Si ritorna un po' bambini. Ci si emoziona per un po' di acqua congelata? Ma certo! Anche questo contribuisce a dare un senso alla vita, riuscire a vedere la meraviglia nelle piccole cose, e ne vale sempre la pena.

venerdì 6 febbraio 2015

Agire

La paura ha il potere di bloccarci e rimanere immobili non è una situazione utile.
Si rischia sempre di sbagliare! Non far nulla non serve a niente. Non si può rinunciare a fare le cose solo a causa della paura di sbagliare. Si deve accettare il rischio che possa accadere.
Non si può esser sicuri di nulla al 100%  e bisogna rassegnarsi, i rischi esistono! E allora forse, si può cominciare a vivere più rilassati, per fortuna c'è una dose di incoscienza utile che ci permette di muoverci nella vita senza star lì a preoccuparci continuamente di tutti i rischi che corriamo.
A volte però il meccanismo si inceppa e possiamo fissarci su di un elemento e la troppa preoccupazione ci porta a rinunciare "Ora basta, che vada tutto al diavolo" ma così rinunciamo anche alla possibilità di cambiare, di fare una cosa che ci piaccia e questo non va bene. Dobbiamo accettare il rischio per poter agire.